La coibentazione è una delle tecniche nate per impedire/limitare scambi di calore e rumore (onde termiche e onde sonore) tra vani adiacenti che si trovano in differenti condizioni (termiche, acustiche)
Essa viene effettuata applicando nelle pareti specifici materiali, per lo più composti a pannelli di spessore idoneo ad ottenere il risultato che ci si è prefissati. Più avanti entreremo nel dettaglio.
Storicamente, già 5000 anni fa, le popolazioni del neolitico utilizzavano forme rudimentali di isolamento, un esempio lo si può vedere nelle isole Orcadi, in Scozia, dove venivano usate abitazioni con tetti coperti di terra, che sono forse il modello di coibentazione più antico di cui abbiamo traccia.
La terra infatti grazie alla sua alta densità garantisce un cambiamento molto lento della temperatura riuscendo a mantenere l’interno caldo in inverno e fresco d’estate.
Nel corso dei secoli, la scoperta di nuovi materiali e lo sviluppo tecnologico hanno portato l’uomo ad avere case sempre più sicure e solide. In italia, nello specifico, Il boom edilizio partito negli anni sessanta, ha determinato il quasi raddoppio del patrimonio edilizio, passando dai 10.7 milioni del 1951 ai circa 20 milioni del 1991. Case per lo più costruite in cemento armato, che non consideravano altro che non offrire un tetto sicuro ai suoi occupanti.
Solo in epoca moderna però, si è avuta la necessità di ricercare materiali altamente isolanti: l’aumento del consumo di energia e dei costi di combustibili fossili, una maggiore sensibilità ambientale, la necessità di ridurre gli sprechi, hanno determinato la necessità di contenere il consumo energetico.
L’architettura ha iniziato a utilizzare massivamente materiali per l’isolamento termico, e si è sviluppato un settore di ricerca per trovarne di nuovi e più efficienti.
Scopo dei materiali isolanti moderni è quello di 5000 anni fa: mantenere all’interno dell’abitazione la temperatura ottimale desiderata, permettendo una diminuzione sostanziale delle spese per il riscaldamento ed il raffrescamento.
Calcolare la perdita di calore è divenuto col tempo il problema chiave per la costruzione, che ha ottenuto risposte sempre più accurate e tecnologiche grazie alla nascita delle prime teorie sull’isolamento termico e sulla fisica delle costruzioni per applicazioni sostenibili.
Migliorare l’efficienza energetica di un immobile permette allo stesso di ottenere la classificazione di energetica di tipo A, A1 fino alla massima A4, che oltre a certificare il risparmio energetico aumenta in modo esponenziale il valore di mercato dell’immobile.
Esistono diversi materiali isolanti in commercio, che possono essere sintetici, minerali o vegetali. La scelta su quale utilizzare è sempre dettata da calcoli specifici effettuati da un esperto, questi determineranno, oltre che il dimensionamento dell’impianto termico, il confort nelle nostre abitazioni.
E’ importante comunque che i materiali siano durevoli nel tempo, sostenibili, atossici preferibilmente resistenti al fuoco e che producano un alto sfasamento termico, ovvero il lasso temporale in cui l’involucro riesce a mantenere la temperatura desiderata, infine non è da sottostimare la resistenza di diffusione al vapore, che caratterizza la traspirazione del materiale scelto e quindi determina la formazione di possibili condense. Tra i materiali più comuni in ordine crescente sono: il polistirene, lana di vetro, la lana di roccia, il sughero e la migliore secondo noi la fibra di legno.
È infine interessante, in fase di costruzione o acquisto di un immobile, sapere che nel 2020 è stato istituito il Superbonus 110%, previsto nel Decreto Legge n. 34/2020, meglio conosciuto come Decreto Rilancio, che permetterà:
– a chi abita in condomìni
– a chi possiede unità immobiliari (al massimo due per persona)
– agli istituti autonomi case popolari (IACP)
– alle cooperative di abitazione a proprietà indivisa
– alle organizzazioni non a scopo di lucro
– alle società sportive dilettantistiche e le associazioni
– di accedere alle detrazioni fiscali previste per legge.